L'occhio vuoto che non vede, che pure guarda il nulla è la negazione_dell'oochio «vivo» che sa d'essere guardato, e che aggiusta ilo sguardo sulla base della spettacolariità che istituisoe intorno a sé. L'occhio della scrittura è un po' quell'oochio di cadavere: un globo tremolante e inconsistente che gua11da il vuoto, che ad ogni iistante reda:ma di essere chiuso e ricomposto, ma che continuaa:nen1Je scompone l'istituto dello sguardo, proprio perché nessun cadavere può essere del tutto ricomposto, nessun testo di scritruria collocarsi nell'ordine. C'è dunque la trama volgar -e del sapere assoluto e l'apertura mortale dell'occhio 53 • L'occhio che gu.a:11da dal luogo della scrittura è l'occhio annegato, l'occhio negato come centro della visione, e ,sviato nel nesto. La pulizia del corpo per strapparlo alla morte pairla della produzione stessa della scrittura come co , rpo da purificare per deter,gerne la morte annunciata: «Poi il capo, tutto sangue, fu dolcemente det , erso, senza rimuoverlo, senza ,st11apparne un capello, con ovatta imbibita d'alcool e poi, come non bastava, di essenza e d'acqua di colonia [ ...]. Ma, per detergere, ci vollero pazienza e tempo, al dottore, mentre i presenti inorridivano» 54 • Scrittura di niente Nell'orrore di chi guarda, ,si lavano ,le tracce dei « sistemi subordinati, natura, sangue, materia: solitudine di visoeri e di volti senza pensiero» 55 • Ma il corpo contaminato ,è ormai corpo votato alla morte, è già corpo putrido, come putridi sono i vuoti del volto senza pensiero, vuoti che >lasciano il passo a una negazione ultima, totale, del corpo proprio, del-nome, della maternità. 256
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