Il piccolo Hans - anno XI - n. 43/44 - lug./dic. 1984

femmina della grande sarta Àrpàlice è un manichino barocco; 1a gobba del dromedario è barocca; · le trippe del pretore Mamurra, panzone barooco, erano trippe barooche; gli enunciati del trombone in fa (chiave di basso) sono enunciati barocchi; :i fagioli, le zucche, i cocòmeri oblunghi ,sono altrettante scorribande, verso il barooco, della entelechia delle zucche •e dei cocòmeri quali natura tuttavia li elabora» 41 • La morte l'occhio la profanazione La morte è la più grottesca immagine che la scrittura possa inventare; perché la morte messa in scena dalla scrittura è doppia, autoreferenziale, dice di questa scena e del retropalcoscenico su cui s'instaura. Gonzalo passa dal grottesco della folla al grottesco del ricordo del frateHo morto; si ,stabilisce così un isomorfismo tra quel cadavere e il tragitto della ,scrittura: l'abbondanza dei corpi è detta in un eccesso di nomi e di aperture; la scarna ,descrizione del cadavere va invece per sospensioni, autofagie, ,del corpo e del ,discorso: « Coi labbri pareva volersi bere il suo stesso •sangue... perché non sta bene... dal naso... il ,sangue... 1 due fili rossi... dal naso» 42 • Il corpo del morto, il cadavere, pare voler risucchiare ciò ,che la morte gli ha fatto espellere, pare voler recuperare al corpo integro, per eooellenza vivo, ciò che il corpo disordinato e fatiscente, per eccellenza morto, ha espulso da sé, facendo di quel sangue al tempo stesso l'occasione ,e il segno del suo essere morto. Il fratello soldato, nell'istante in cui ferma il suo corpo sull'abisso del disordine, del versamento, della per.dita os, cena di sangue, pare voler riinghittire dalla bocca quella traccia 251

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