ngme, la miseria dell'espressione finiva ogniqualvolta per incam.ailarsi in un ritmo stento, monosillabico, ossitono. Interiezioni continue e levate di spalle continue, a rincalzo del dramma, con ululati, dai cupi assortimenti delle ii celtiche e garga,rizzati cachinni: e poi, dinieghi e sorrisi con battute felici » 35 • Dell'aocozzaglia della fo1la Gonzalo ,non percepisce se non 1a fonicità e '1a gestualità. La follia in questo senso può essierie .Ja visione mastodontica ,di quei puntini che nella «:normalità» appaiono piccoli ,e impericettibili. Così, nel gioco folle delle visioni ·sonore ingigantite, la parola si ,carica di immagini foniche, di suoni che saltano alle orecchie senza disperdersi nel discorso, conferendo aJ linguaggio uno spessore insieme poetico e grottesco. La folla è vista da Gonzalo sulla base di segni anteriori all, a codificazione ,di, soorsuale: come ,un neonato che percèpisice delle ilingue parlate , into.rino a sé soltanto l'intonazione ,sonoria, i gesti e ,la tattilità dei corpi, a partire da quello materno, Gonzalo aiocoglie del corpo grottesco della folla la pura .fo nicità, gutturalità, gestualità. L'attenzione ,al fonema e alla ,sua provenienza corporia1e è discorso di foHia, periché ingigantisce smisuratamente ciò ,che neH'oridii ne fa parte del tutto in maniera proporzionata. Ma questa attenzione è anche propria del linguaggio poetico, ,H poetico del fonico è fotto di slittamenti semantici, è un'« eco del ,significato» 36 • Il suo paradosso è qui il .pmv-enire dal grottesoo, il suo essere tutt'uno con quella oorporalità a metà tra riso e orrore, tra ironia e ribriezzo, tra haroochismo e oscenità. 248 « Quelle emissioni di voce e quei gesti, secoindo il 'teorema base della fisica moderna, equivalevano a cospicue cariche energetiche liberate in · lavoro (mutile): col qual vistoso gioco di tutti i muscoli, la facies e gli omeri mara-
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