Il �< folle» Gonzalo deve la ,sua follia. a un piccolo particolare: , riesce a vedere più grosso del normale, e può così produrre un metadiscorso di follia, una sorta di «essere o non essere» più soanzonato e insieme più tragico, pe:riché svela dell'essere 1a fondamentale illusorietà e conferi:s, oe al non essere lo spessore di «escremento» dell'io e <li negazione di sovranità. «Ma , l'andare nella :riancura è sterile passo, negare vane immagini, l•e più volte, significa negare ·se medesimo. Rivendioare la facoltà san •ta del giudizio, a oerti momenti, è lacerare la possibilità: come si lacera un foglio inturpato leggendovi ·scrittura di bugìe» 32 • Negare è prima di tutto nega:rie se stessi; cerca11e nella negazione l'inerenza al , giudizio è «lacerare la possibilità». Strappare il foglio, cioè se ·stessi in quanto testo di scrittura, pe:riché quel foglio contiene menzogne, è insieme desiderare di non ,strapparlo mai. Così come si desidera ·strappare quel foglio si desidera la fine del rapporto amoroso; testo «letterario», il rapporto d'amore • si carica degli impulsi a negare («non ti amo affatto; basta!») che esprimono proprio la sfida al1a negazione. Strappare il foglio, negare nel discorso d'amore, èJ fare per sempre all'amore con quel foglio e con quell'· «altro» che è poi un ,rapporto, un testo di scrittura, né soggetto né oggetto. La «scrittura di bugie» contiene il metadiscorso ossessivo di Gonzalo. Solo che cognizione di follia è gi.à teatro P'riviato. È un po' :simile al paradosso del mentitore: «Io mento sempre». Che via}ore denotativo ha questa proposizione? quale contenuto è possibile attribuirle,' prima ancora di ,deridere •sulla sua verità o falsità? Non v'è metadiscorso di follia, di amOTe, o metascrittura, che non siano già inscritti nelle tensioni della menzogina, della follia o dell'amore, che non siano già 246
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