Il piccolo Hans - anno XI - n. 43/44 - lug./dic. 1984

«[ ••• ] aveva deglutito qualcosa una mezz'ora prima, una tazza ,di brodo affettàndovi del pan rustico, ,la metà di un ovo fatto comperare al paese. Ora quel poco •le venne indietro, tanto da insudicia:re il netta:scarpe [ ...]. Imbrattò anche l'ammattona:to, un po' più in là, qualche chiazza» 26 • Subito bisogna ripulire, p[ "ima che lui scenda, detergere il pavimento e cainoellare in fretta i , segni del diso:ridine, togliere v-ia lo sporco, le t:riaooe del cor,po. Il figlio foNe, diso11dinato «ontologicamente», esige l'ordine e la pulizia, la rimozione del vomito materno, perché due disordini si , specchierebbero e non pot , rebhero coesistere. La malattia del figlio, a contatto diretto con la sozzura di 1lei, farebbe ,saltare ril dispositivo «economico» inscenato; solo mentre pulisce la madre può per la prima volta, per aocenni, pensare al ma:1e ,del figlio: «La· povera madre arveva lentamente compTeso» 1:1_ La madre insegna la lingua francese. Lin,gua straniera come luogo del desiderio, ,di rinnovare la propria maternità traidendo il figlio, con un altro; oppure di scoprire nella lingua dell'altI'o una follia, ll.liila disintegrazione ,del corpo pI'oprio. Lingua straniera come parlare anagrammato, come rovesdamento dell'ordine meticoloso richiesr to in casa dal figìio. Insegnave la lingua stran�era come piacere dell'altro, che è sempre piacere del diso:ridine del corpo e della casa propria, che è sempre crimine. 244 «E il mio crimine è di averla amata, di ave:rile proposto l'alleainza: ma in una lingua che non ho mai saputo riappropriarmi, né comprendere, che essa ,sia la sua liingua (slava) o una lingua s1Jr�miera o delle parole insensate (ugualmente straniere) nella ''mia" lingua. Il mio crimine consiste nell'averle pro-

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