Il piccolo Hans - anno XI - n. 43/44 - lug./dic. 1984

logica» 1del materno. È il pad:rie che dà dl nome per riprodursi, per decretare J'or,d.ine, per prn1ungarsi. La madre chi , ama ,iinveoe per separa rsi, non per rigenerarsi, la sua è nomiinazione del oorpo negato, del non essere più suo corpo questa « oosa» che esce da lei nel parto, che lei butta fuoci laoera.rndosi. Cominc ia a chiamare quest'altro già quando lui le soompone il corpo ingrossandolo, poi lo nomina una volta per tutte quando il foglio il corpo glielo rompe, qll!ando lei ,i;l fig:Lio lo rigetta, lo espelle, lo nega come sé per farlo nascere come altro ,da sé. Il nome che dà 1 la madre è il nome dell'allontanamento, il nome deH':aiddio. Quando una donna nomina l'amante nel grido d'amor,e, anche lì è forse H nome idell'iaddio. Chiamare l'altro per riconoscerlo altro, mentre è dentro di lei, e i movimenti di lui si confondono con i suoi. Chiamare l'altro è lacerare , la presenza con l'evocazione della successi'V'a - o già priesente? - mancanza. Nominare e gode:rie, tanto più quanto più ,si anrnmoia la fine, nel nome dell'altro, di quel godere e di quellia presenza. Il nome richiama l'eros alla morte, periché pronunciare il nome di lui vuol dire ,già espellerlo. Pairaidossaile, il tempo di questo nome: non è l'attimo present , e, né il non-ancora di un futuro ,già ,saputo; è la morte di entriambi, nell'anmmcio della separazione, priopriio nel momento della massima ,ade:rienza, della massima presenza. Nominare silenziosamente chi manca. AboHre la manoallZ;a prioprio sancendola come ·as,senza, come impossibilità di gridarlo, iil nome. Scrivel'lo e ca.rncellarlo, strapparlo, cop:riirlo, mimetizzarlo, inell'1 anamorfosi della scrittura. ! , scrivere il nome dell'assente nel libro che non si finisce mai. La madre nomina silenmosamente il figlio che s'allontana nella tenebra imminente, lo chiama in un saluto di morte, :nel saluto che nega, prop.riio mentre la sigilla, la sua maternità. 241

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