l'alterità negata da Gonzalo. E la negazione degli altri comincia dalla stessa negazione del ,sé: « [..•] Quando l'essere 1 si parzializza, m un saioco, in una lel1cia trippa, i di cui comini sono rpiù miserabili e più .fessi di questo fesso muro pagatasse... che lei me lo scavalca in un salto... .quando ,succede questo bel fatto... allora... è allora che l'io ,si determina, con la sua brava monade in coppa [ ..]» 13• Il corpo folle, aperto e dissoluto, deve negare, ripulire questa sua dissoluzione, deve esor,cizmTe ii:l pericolo di· oontaminazione proveniente daglri altri: Gonzalo rigetta la parzializzazione dell'essere, la precarietà dei coniìini 'CorporaLi ,del soggetto, proprio perché quella prrecarietà è la sua, è suo quel corpo fatto di lerda trippa. Esordsmo nel l!inguaggio, indietro, nella organizzazione grammaticale; espulsione dell'io come diniego a una possibile moltepLkità dell'essere, come , rifiuto di atti di parole individuali. Negando l'apertura del liID.guaggio, Gon21a1o ne ripete l'ossessione logioa, la paranoica ricerca ,di pulizia lessicale, r.ipete ,l'ansia di solitudine della parola stessa. Negazione del mo'Viimento e del tempo: il colloquio tra Go:rraalo e id dottore rallenta in progressione geometrica il tempo e lo spazio che oadenzano la vi: srita e l'uscita del medico dalla casa. Proli.is,sità della follia, che altro non è 1 se non l'inesiistenza del male, la favola e l'oscurità del male :stesso. 238 ·« E c'era, per lui, il problema del male: la fìavola ,della malattia [ ..;]. Secondo cui la morte arriva per nulla, circonfusa di silenzio, come una tacita, ultima oombinazione del pensiero» 14•
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