occorre osservaI'e ohe, mentre nell'oI'gasmo, il piacere raggiunge un acme e poi si detende, il solletico finisce con un « ora basta» che interrompe la stimolazione ad un acme di piacere che non ha però lisi se non nella sua cessazione. La scarica motoria del riso non interrompe come nell'orgasmo l'eccitamento che può essere qui, invece, continuato. Mintz parla di una soluzione della tensione creata dal solletico tramite una scarica motoria, ma a noi sembra che non ci sia una sca11ica orgastica della tensione, ma un'interruzione di questa. Nell'esperienza del solletico è cioèl essenziale 1a possibilità che la stimolazione non cessi. « Ora basta», « non farmi morire di risa», dircono alcuni. Appare un pericolo fontano di morte. L'« ora basta», l'interruzione la scongiurano. H. Ellis afferma che è stata citata una quantità di casi di morte derivata dal solletico 6 • Una seconda osservazione clinica ci fa avvicinare a quello che, secondo noi, è il ouore del proMema. Si tratta di una famiglia in cui il solletico è un gioco collettivo che viene svolto con particolare piacere da tutti verso tutti e che appare cementare in qualche modo '1'atmosfera familiare. In questo caso compare molto accentuata una caratteristica del solleHco che .fino ad ora avevamo volutamente ta:ciuta e cioè quella che le per ,sone che lo provano, si esprimono spesso col dire « soffrire il solletico». Questa espressione pone in primo piano l'aspetto per così dire passivo di colui che subisce il solletico, che provoca cioè un piacere che è in qualche modo mescolato a sofferenza. Secondo Mintz 7 l'espressione « torcersi dalle risa» indicherebbe ad esempio la combinazione di un piacere masochistico con una totale perdita di controllo che va oltre lo stato di piacevole eccitazione. C'è un godimento (il solletico infatti è richiesto) ma questo godimento è provocato da una stimolazione la cUJi 188
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