Il piccolo Hans - anno XI - n. 43/44 - lug./dic. 1984

4. La lettera e la voce: da Sdndor Ferenczi a Ivan F6nagy Di Ivan F6nagy, studioso ungherese che oggi vive a Parigi, le edizioni Payot hanno pubblicato lo scorso anno un grosso volume, La vive voix, Essai de psycho-phonétique che riprende e amplia taluni contenuti della più sintetica opera sulla Ripetizione creativa, edita nella Collana Bianca delle Edizioni Dedalo, che affianca il lavoro della « Pratica Freudiana» e della rivista « Il piccolo Hans». Roman Jakobson, nella prefazione al volume (che le circostanze han voluto fosse uno dei suoi ultimi scritti) attribuisce a F6nagy il grandissimo merito di inoltrarsi in quella « investigazione del discorso emotivo» che, a parere del grande linguista, è altrettanto importante dello « studio del discorso cognitivo e delle sue trasformazioni mitopoietiche». F6nagy, con il suo approccio alle « sensazioni motrici delle espressioni emotive», affronta - sempre secondo Jakobson - « una materia primordiale» che « appartiene di diritto al processo di produzione linguistica, che riflette l'esperienza affettiva del locutore ». Ritornerò subito su La vive voix. Desidero tuttavia sottolineare come ancora una volta queste ricerche ci possano riportare alle osservazioni pionieristiche di Ferenczi. Nel caso specifico, in particolare allo scritto Anomalie psicogene del timbro di voce, ove vengono riportati i casi di due pazienti, con spiccate tendenze omosessuali, in grado di parlare, appunto, con due timbri diversissimi di voce: il primo « una voce acuta di soprano e una normale voce baritonale»; il secondo « con una rauca voce di falsetto» e con « una voce di basso così profonda da fare letteralmente paura». Ferenczi insiste - riprendendo, forse, uno scritto 180

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