Il d1sagio che la pratica da. Freud genera in Wittgenstein ha a che fare con questa precaria disoernibilità, col confondersi di natura e artificio all'interno della mitologia (non a caso ·apparentata al termine anfibio Naturgeschichte, · «storia naturale»). Dissodare la mitologia che si è calata nel linguaggio equivale quindi, per certi aspetti, a rivendicare le «ragioni» della mitologia: connaturata alla trama discorsiva, non vi èl metalinguaggio in grado di considerarla come un oggetto eterogeneo alle pratiche che ne discorrono. « La mitologia può di nuovo tramutarsi in corrente, l'alveo del fiume dei pensieri può spostarsi» (DC 19): «frontiera mobile», •« luogo nomade» (Detienne), la mitologia recalcitra a porisi come alterità, a ,soggiacere all'individuazione, poiché permea forme di vita e pratiche discorsive ,sen�a poterne essere disaggregata in termini lineari - come un contorno non cinge o delimiita, ma attraversa la cosa 20 • Può «lavorarla» solo una pra:tica confitta dentro 1l'immemodale che da sempre disegna la nostra , scena: con l'originalità sterile e « solo riproduttivia» (figlia ·dello 1« spirito ebraico») con cui Wittgenstein ispira a Drobil le ,sue prove di ,scultura (PD 45) e vede Freud elaborare il germe di Breuer 21• Anziché ru.n'irratio o un'anomalia della ragione, un sapere antitipico a una , razionalità compatta, la mitologia appare piuttosto run operatore trasver-sale di commistione, di ibridazione, che si infiltra soprattutto nei dispositivi della mzionalità che vorrebbe espellerla. 1 La mitologia è un corpo teorico mescolato 22 , un mélange di più .ragioni - ad un tempo scena del gesto sacrificale dell'esclusione e matrice di una compresenza vivente dell'eterogeneo. Anchilosi dell'identico e satura del diverso; ragione tanto inattaccabile da assumere le ,sembianze del mito o mito che convoglia inaggirabili ragioni. Mito-logia, del resto, non è fin dall'etimo un lessema ibrido, che congiunge immediatamente mythos e logos? Oppure la 22
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