Il piccolo Hans - anno X - n. 40 - ottobre-dicembre 1983

logica inestricabile delle loro già rinomate passioni... sen­ za nulla sottrarre alla colma fluenza del discorso, e del metodo 27 • Soltanto un tempo le cose hanno invaso la scena, sospinte dal tenue delirio della regina nell'attimo più pieno della sua illusione d'amore: fiaccole, roghi, a­ quile - di una notte infiammata - folla di re, consoli, e senatori - nello sfavillìo della gloria - porpore, allori, ed oro - nel concorso della vittoria - e - ce port maje­ stueux, cette douce presence... a colmare la visio_ne fanta­ stica. Racine, è conosciuto, gettò nel fuoco centinaia e centinaia di versi, ricorretti lucidati pi.diti delle sue tanto amate tragedie, dopo il ritiro dalla scena e dopo il ritor­ no... quando solo la lingua restava. E Bérénice infine, ella pure si era tolta al fantasma della astratta perfezio­ ne... il suo addio - roco - sillabava la forma quotidiana - molteplice indifferente - e solo sorgeva corrispondente al silenzioso UNO l'urlo inquieto del principe orientale. ( ... ) Pour la dernière fois, adieu, seigneur. NOTE Hélas! 28• Ellis Donda 1 È citazione dall'Ars poetica di Orazio, v. 23: Denique sit quodvis simplex dumtaxat et unum... Racine la pone come perno riflessivo (è questo il valore che riteniamo proprio delle sue préfaces) attorno a cui far ruotare la questione del restare della tragedia. Racine J., Théatre complet, Editions Garnier Frères, Paris 1960, p. 300. 2 Si tratta di Goldmann, e della sua interpretazione «giansenista» dell'opera di Racine, che esatta nella sua sostanza, ci sembra man­ care la «forma» della scrittura raciniana... la categoria di vision du monde rivelandosi del tutto insufficiente alla torsione soggettualmen­ te rappresentativa che Racine tenta del mondo stesso. Sta in Gol- 86

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