Il piccolo Hans - anno X - n. 40 - ottobre-dicembre 1983
Se si esegue, secondo il metodo indicato, il prodotto tra le due permutazioni matematiche G e I, esso risulta uguale al prodotto delle due permutazioni C1 e C 2 che contemporaneamente esprimono il legame matematico su c. Entrambi questi prodotti risultano singolarmente giu stificabili: uno risolve come prodotto interno (C1 C 2 ) l'am biguità matematica tra le due premutazioni; l'altro unifica la linea G-1. L'identità C1C2=G/ può allora essere inter pretata come una astratta equivalenza, gravitante sulla parola «immensità», riferibile a due linee semantiche: una può implicare, mediante G I, la trasformazione semantica nel concetto di immensità dell'enunciato «mirando inter minati spazi», mentre l'altra, con C1C2, può implicare la trasformazione opposta, il limite di «que-STASI-epe». Come astratta equivalenza questa confluenza si rivela una implicazione logica suggestiva nel tema dell'Infinito: questo è psicologico, ma viene generato dal limite percet tivo della siepe. Nella struttura il limite compare addirit tura come un arresto, raccolto dalla parola STASI; il fatto che questo arresto percettivo venga fatto convergere su «immensità» insieme all'illimitato percettivo di «mirando interminati spazi», rivela che l'immensità, come concetto che esprime un infinito statico, risolve la contraddittorietà tra limite ed illimitato. Risulta plausibile che, anagrammaticamente, il sistema articolatorio vi mantenga, in un astratto campo matema tico, quella difficile identità che il campo semantico può articolare nel linguaggio solo in modo più complesso. La rilevanza del calcolo traspare perciò anche dalla sim metria dell'equivalenza C2C1 = I G, che rende generativo 5, mediante il prodotto I G, il concetto di immensità, e rende completo, con C2C1, il controllo dell'ambiguità di C. Risulta anche plausibile, dopo queste premesse, in qua le modo la confluenza di permutazioni su «immensità» 178
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