Il piccolo Hans - anno X - n. 40 - ottobre-dicembre 1983

di CUI, si sonorizza in UGUALI e, dopo il nuovo assor­ damento di QUAL, in DILEGUA, molto simile a uguali; triplice assordamento, infine, con a QUAndo a QUAndo (che purtroppo, con acquate ecc., fa pensare alle rane, di Ovidio e del Pascoli) e sQU/llano. Alla /u/ tonica di mucche s'allaccia luttuosamente quella soprattutto di UlUli, che al pari di urlo, è prefe­ ribilmente impiegato in 7 a , a urtare la 6 a : tra Un !Ungo dei fanclJlli Orlo s'inalza (L'aquilone, nei Primi poemetti). A questa /u/ funerea - che parla così spesso, in Myricae, dell'io «assorto» nel lutto - si oppone, ma solo fino a un cer . to punto, una /i/ compenetrata del semantismo lu­ minoso di Brilla ecc.: /i/ tonica che può risultare dolo­ rosamente pungente, come attesta femminll, tuttavia riso­ nante come un «chiaro squillo» (si ricordi La cetra d'A­ chille, nei Conviviali). Vera portante «ventosa» (su cui, dico, retroagisce Vento) e lamentosa va da diFILA a FILI attraverso FILA - Fuggente - Femminil. Il plurale femmi­ nile FILA tanto più interiorizza fili se isoliamo nella men�e il sintagma AEREE FILA, atto a vespigliare per vocali (toniche e postoniche) e vibrante maggiore il nome della madre di Pascoli, Caterina. La cosa è senza dubbio più sottile del paragramma completo di «Enrico» (Bemporad) in Canzone di nozze (XI di Alberi e fiori, in Myricae): Guardi la vostra casa sopra un rivo, / sopra le stipe, sopra le ginestre; / ed ENtRI l'eCO d'un gorgheggio estivo/ dalle finestre. Dobbiamo tornare al TR(a) e chiederci se sia soltanto un nesso allitterante buono a produrre lo squillo delle aeree fila nel vento, o insieme suggerisca · «corrisponden­ ze» più segrete. Torna a mente Montale, di Corrispondenze appunto, che continua · a far vivere il nostro Pascoli in modo essenziale: Or che in fondo un miraggio di vapori vacilla e si disperde, 133

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