Il piccolo Hans - anno X - n. 40 - ottobre-dicembre 1983
non è una «tranquilla» preposizione, inerte fuori della sua funzione grammaticale, già essa importante se indica un privilegiato luogo intermedio, un essere sospeso. È preposizione per dire così in attesa di diventare prefisso, «tra» di «trans», sicché un titolo come Il transito (Primi poemetti) mena dritto in un «di là» ben pascoliano. Anche una lettura svelta di Pascoli, specie di Myricae e dei Canti di Castelvecchio, mostra che TRA è per solito iscritto in una trama sonora dove opera la correlazione bilaterale di dentale sorda /t/ (sonora /d/) e vibrante /r/, di cui /l/ può dirsi, con Mallarmé, l'«arrière-vibration». Il nesso TR è talmente vivace nella poesia italiana da Dante a Montale, che bisognerebbe scrivere un libro per documentarne la varia funzionalità. Dai «rumori» ai «suo ni» (Lautsprache) Pascoli mira a costruire un tessuto di relazioni o combinazioni reciproche dove il mimologismo più o meno diretto cede (per fortuna) agevolmente a quel lo indiretto, più sottilmente suggestivo. Posso ripetere an ch'io che c'è Pascoli e Pascoli, ma in ogni caso la nostra lettura deve procedere lentamente, attenta soprattutto alle «radici», dove più «arde» la parola del poeta. Rileggiamo, nei dintorni della Via ferrata, quei versi della Pioggia che già il Petrini considerò come cosa pre ziosa, e sui quali è tornato fruttuosamente il Beccaria: Stupìano i rondinotti dell'estate di quel sottile scendere di spille: era un brusìo con languide sorsate e chiazze larghe e picchi a mille a mille; poi singhiozzi, e gocciar rado di stille: di stille d'oro in coppe di cristallo. Non credo che sia «notevole» soltanto - come scrive il Beccaria - «per la trama dominante delle allitterazioni di /s/ combinate con assonanze interne marcate dalle dop pie» 5, ma anche, direi in primo luogo, per la solidarietà 131
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