Il piccolo Hans - anno X - n. 40 - ottobre-dicembre 1983

legge: come in memoria di Lautréamont. Come lui Anto­ nin Artaud, nel momento di Rodez, procede dalla poesia che legge, che traduce, che adatta facendola variare. A tal punto, d'altronde, che finisce per appropriarsela, per firmarla col suo nome, in ogni caso almeno per ciò che concerne quella di Lewis Carroll. Per il solo fatto di sa­ pere, al termine dell'adattamento-variazione, una volta che l'operazione è divenuta effettiva, che ha attinto alle stesse fonti, per il solo fatto di aver in questo modo riconosciuto verso che cosa quel testo di preciso fa segno, a partire da quali referenze si è generato. Per il fatto, inoltre, di essere stato in grado di intenderlo aldiqua e aldilà di ciò che enuncia, di coglierne al momento la portata. Nel giugno 1944 Artaud scrive a sua madre: «Come Marie-An­ ge ti ha detto, un direttore di rivista di Avignone, rivista che si intitola Poésie 44, mi ha fatto chiedere delle poesie tradotte dall'inglese; le ho tradotte come se fossero un'o­ pera originale e personale mia con un commento.» (X, 243) Rovesciamento dei tempi di scrittura e del posto ri­ spettivo dei testi messi in presenza, che sarà ancora più accentuato da ciò che chiamerei l'ipotesi del libro perduto · di cui Antonin Artaud fornisce d'altronde molte versioni. Come se bisognava, per parare a quello che urgeva, ac­ cusare ancora di più la confusione delle fonti in modo, all'occorrenza, da prendere la distanza in rapporto al testo di Lewis Carroll, staccarsi da quel testo la cui traduzione è stato un compito imposto al manicomio. Voltafaccia di Antonin Artaud che, al modo di Lewis Carroll, afferma la sua singolarità: movimento che segnala - forse anche significa - uno spostamento in rapporto a una costrizione esercitata dall'esterno sulla lingua di un poeta. È come per rispondere a una tale pressione che Artaud inventa l'a monte della sua storia, che punta sulla anteriorità i­ naudita del tempo della sua scrittura, di quel tempo nel quale una storia può immaginarsi, sognarsi. Ma aldilà 109

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