Il piccolo Hans - anno X - n. 38 - aprile-giugno 1983
tempo, al rumore della bobina nel registratore. La sera entra nel discorso, ne diviene il ritmo, lo consuma. . Un seminario può essere il recinto d'un antico tempio dove per un attimo si awerte, nel battito d'ali d'un uccello, o d'un angelo, la vanità dei saperi, e, insieme, la passione che fa di ogni vanità una necessità, uno stile, una scom messa. Qualcosa di tutto questo è stato - voleva essere - il seminario su Walter Benjamin che da novembre a maggio 1982 abbiamo tenuto a Siena, nella Facoltà di Lettere, ogni lunedì. Un'esperienza separata da corsi, discipline, esami. Forte della sua inutilità istituzionale, debole della sua stessa libertà. Lettura ad alta voce. Intreccio di com menti, all'ombra di una chimera che si dice comprensione del senso, e dentro un esercizio di associazioni, rinvii, ri costruzioni, peripezie. Passaggio di amici che hanno rac contato la loro lettura: tematica o ermeneutica, filologica o teoretica. Sullo sfondo, di volta in volta, la storia di un rapporto: Benjamin e Bloch, Benjamin e Scholem, Ben jamin e Brecht, Benjamin e i surrealisti... Paragrafi per una fenomenologia dell'amicizia. E delle corrispondenze. E delle passioni. Teatro della teoria. Ma · anche ricorrenza di alcune immagini privilegiate, che dalla storia di un'a� nima e d'una generazione vanno a posarsi sulla storia dei saperi: la morte di Fritz Heinle e il disperdersi di quella generazione che amò George, l'immaginaria universitàdi Muri, il volto di Asja Lacis, il filo che porta da «le sombre Paris» di Baudelaire alla Parigi dei surrealisti, dal lampeg giare degli occhi d «une passante» all'esperienza dell'eb brezza. Benjamin come nome nella cui cerchia si distende la più straordinaria meditazìone moderna sull'allegoria: ri baltamento dell'antica esegesi, cammino a ritroso dal sim bolo dei romantici all'universo gridato e spettrale, fastoso e vano della scena barocca, e da questa verso la condizione del nuovo Allegorico, del poeta senza aureola, per il quale la «vie antérieure» non è più il mito, l'antico non è in opposizione al moderno, ma gli appartiene come «morto possesso», il rumore della città penetra dentro la parola 92
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