Il piccolo Hans - anno X - n. 38 - aprile-giugno 1983

un film su Gesù. Sa come e dove lo faceva morire? La crocifissione incominciava sul Calvario; poi la scena gi­ rava e Gesù moriva in un dancing. La gente intorno bal­ lava, beveva coktail, si scambiava donne ecc. e NESSUNO VEDEVA NULLA di quanto avveniva sopra una parete della sala». Nel rilievo di questa «negazione» e nella sensibilità acuta per una ferita interiore, la coscienza triestina rag­ giunge un momento estremo di lucidità e sofferenza. Molti sono i contributi che si vanno raccogliendo su quella che è stata l'estensione della psicoanalisi nella cul­ tura italiana. Basti pensare all'opera documentata di Da - . vid. Ricca è anche l'analisi dei rapporti con la letteratura, con contributi da parte di psicoanalisti e di critici lette­ rari. Naturalmente alcuni di questi studi hanno privilegia­ to i triestini, Saba e Svevo (recentemente letto in questo senso da Mario Fusco ed Enrico Ghidetti), Bisogna subito dire che la penetrazione di uno sguardo psicoanalitico ha incontrato resistenze, e non solo da parte dei letterati. Svevo è stato riconosciuto in Italia da Mon­ tale quando già era noto a livello europeo. Va anche ri­ levato che i letterati italiani hanno spesso assunto più gli aspetti di superficie che non le ragioni profonde della psicoanalisi. Desidererei indicare, quale progetto di letture e di stu­ di, alcune linee che sembrano più pertinenti ad una vi­ sione psicoanalitica - opere nelle quali le vicende dei pensieri e delle emozioni siano veramente tutt'uno con il progredire del testo: a) una linea poetica che da Saba fluisce in una regione pulsante della poesia italiana e in particolare nelle liriche di Sandro Penna. Penna fu anche un fine lettore di psi­ coanalisi ed ha lasciato delle riflessioni (credo ancora da valutare) sui rapporti tra psicoanalisi e letteratura. b) un filo poetico rimasto direttamente legato al pae- 63

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