Il piccolo Hans - anno X - n. 38 - aprile-giugno 1983

«Veramente la storia di questi anni non si può scrivere. Non dico, la storia degli altri; ma, la nostra storia: anzi, le nostre storie. Storia, storie o storielle del mondo, degli altri o nostre... Non si scrive! Bisogna dipingere o com­ porre musica o... lavorare. Ma nessuno ti darà posto. È vero però che quel nessuno (così schifosamente, palpan­ temente moventesi come se fosse vivo e come se fosse tanti) ti ha rimproverato, ti rimprovera e ti rimprovererà il tuo non far niente. Io non ho niente da dire; non ho niente da fare: ma ho tanto da rimproverare... come se fossi nessuno» (Diari, 1948). I tre campioni che precedono, pur se tratti da testi della privatezza dei taccuini, dànno chiaramente conto della filosofia mondana e della concomitante filosofia sti­ listica di Delfini: un avanzare a tentoni in un mondo buio, un senso corposo e angosciante di inanità universale, una serie di slanci emotivi continuamente frustrati, il ne­ garsi a rivestire ruoli socialmente riconosciuti; infine, l'u­ so di una scrittura scazònte eppure non priva di certe sue dolcissime liquidità e morbide tenerezze: una scrit­ tura sensuale, pigra ed icastica: la stessa dei testi dichia­ ratamente narrativi, di uno dei più esemplari fra i quali (Il ricordo della Basca) qui l'autore fa cenno come a un punto fermo della sua operosità. L'eccentrico Delfini produce quasi suo malgrado un sistema a costanza variabile, ma comunque dotato di una sua innegabile saldezza: il sistema, appunto, che potrem­ mo chiamare del decentramento permanente. In lui la distanza fra letteratura e vita (per servirci di una formula legata alle fortune di quell'ermetismo fiorentino le cui rarefatte essenze pure egli ebbe a respirare, anche se con forte indipendenza olfattiva) è praticamente inesistente, dal momento che è inesistente il rapporto tra i due ter­ mini. Delfini trascrive l'esperienza senza l'ambizione di trasfigurarla: la sua tavola psicologica viene direttamente trasferita su quella dei personaggi dei suoi racconti, che 185

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