Il piccolo Hans - anno X - n. 38 - aprile-giugno 1983

. poesie di Annalisa Cima Un ruolo d'amore e di canto [ C'è un elemento, un'idea di canto nei testi, nella loro orditura - e forse si deve arguire che il canto si - rinnovi alla prova, all'ascolto, poiché certo non tenta di ripe . tersi, di estendersi dall'orizzonte (non lontano) delle poesie di Sesamon (1977), con le quali per la prima volta (secondo Cesare Segre) è entrato nell'«esperienza» di Annalisa Cima. Se allora il canto ha preso forma, o s'è tentato, per amore, qui si dichiara in un soggetto d'amore (per generazione e natura di Eros, certamente). CherubirJ.O è più e meno di una figura: è un ruolo d'amore e di canto. Nella musica di. Mozart, dove vive, nell"aria' in cui questa poesia l'ha apertamente cercato, confida: «parlo d'amor vegliando - parlo d'amor sognando». Così, è men che figura, se la memoria lo predilige e lo colma di dediche per il ruolo; è più che figura nella parolà che, ancora per questo no­ minandolo, lo individua e lo converte in inedite irripetibili «ipotesi d'amore». Quello che si riconosce del canto, quello che qui resta della sua essenza, richiama e gioca, nelle forme, nelle mi­ sure, un libretto per musica mozartiana, ma ha anche af­ finità e nessi - fedeli, diffusi ben oltre il luogo dove risuona il nome d'Aminta - con la lirica del Tasso, che capita di 143

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