Il piccolo Hans - anno X - n. 38 - aprile-giugno 1983
sua cifra segreta. Ma a sua volta, in quanto uomo - cioè solo «un punto terminale della natura» 18 - il re partecipa della medesima infelicità che affligge tutte le creature, è vittima della stessa tortura corporale che l'arbitrio della «lingua giu dicante» impone a tutte le cose 19 • Nella figura del martire, come in quella, ad essa comple mentare, del tiranno, Benjamin coglie «le elaborazioni baroc che, necessariamente estreme, dell'essenza regale» 20 • Entrambe racchiuse nella prigione dell'immanenza: ugualmente impoten ti di fronte al richiamo della umanità che attende di veder cancellate dal proprio destino le tracce della colpa. Il fallimen to dell'una e dell'altra davanti al proprio compito è l'elemento che consente di avvicinare il dramma martirologico ai drammi mondani della tirannia assai più direttamente che non alle sacre rappresentazioni medievali. Il manto di porpora che copre la persona del sovrano, di nanzi al quale i sudditi si prosternano in ammirazione, racco glie in verità il sangue di colui che attraverso l'ascesi fisica tenta invano di far fronte allo «stato d'eccezione dell'anima». Soltanto con il supplizio, e infine con la morte, viene premiato il radicale stoicismo di questa prova, che ha sfidato la violenza delle passioni. Allo stesso modo di Cristo, il re-martire speri menta la passione e la crocifissione. Ma essendo negato al suo corpo di risorgere, egli non può testimoniare la verità di alcuna promessa di salvezza 21 • Forse ancora più cruda la rappresentazione della fine del despota. La presunzione di ogni suo gesto, la forza della sua decisione, motivate dalla necessità di instaurare un ordinamen to, d'improvviso si sgretolano: perché in lui, nella «creatura sublime», di colpo prende il sopravvento la «mis. era creatura umana». Sempre, ogni volta che si tratta di compiere l'atto dell'esecuzione, una «ostinata indecisione dell'animo» accom pagna i tiranni. Sulla scena essi «si agitano come lacere sven tolanti bandiere»: «il tenace arbitrio di una perpetua bufera affettiva» travolge il principe e, insieme, distrugge la corte e lo Stato 22 . 131
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