Il piccolo Hans - anno X - n. 38 - aprile-giugno 1983

ha già nominati. Questa impercettibile osservazione esegetica, che inserisce Benjamin dentro la grande tradizione del Com­ mento, ebraico innanzitutto ma non solo, è la chiave della sua intera teoria linguistica. Nel nome proprio, non attribuito da Dio, dato dall'uomo all'uomo, si realizza il medesimo evento creatore mediante il quale le cose da Dio sono state dette, create, nominate; nel nome dato dall'uomo agli animali si ri­ prende l'atto con cui Dio ha già nominato le cose, si dà un nome umano al nome che Dio ha dato alle cose originariamen­ te, si traduce _ il nome pronunciato da Dio e rimasto muto nelle cose nel nome espresso dall'uomo. Nella teoria benjami­ niana del nome si danno così tre livelli: la nominazione di Dio, la nominazione dell'uomo verso l'uomo, la nominazione dell'uomo verso le cose. In ciascuno di questi il nome viene rapportato, in maniera diversa, perfetta o riflessa, spontanea o ricettiva, al verbo creatore divino. Come neÌle cosmologie e teologie ebraico-cristiane, tre cerchi concentrici si generano l'uno dall'altro: il nome è l'in sé in cui «l'essere spirituale delle cose» si comunica; «nel nome l'essere spirituale dell'uo­ mo si comunica a Dio»; il nome (in Dio), essendo intimamente identico al verbo creatore, è il puro medio della conoscenza. Nell'allegorismo filoniano l'albero della conoscenzà è la sag­ gezza, capacità di scegliere fra il bene e il male. Esso costi­ tuisce il corrispettivo dell'altro albero presente nell'Eden, l'al­ bero della vita, espressione della virtù che, con il suo nutri­ mento, rende immortale l'anima 13• Ma in un altro testo l'albero della conoscenza viene interpretato diversamente 14 • Assume un significato tutto negativo, al punto da essere collocato fuori dal · giardino. Più precisamente esprime il processo dell'esilio: l'abbandono della condizione paradisiaca, un'enigmatica p�efi­ gurazione della cacciata dell'uomo. In questo caso, anziché una corrispondenza, si verifica un'antitesi con l'albero della vita: antitesi fra il dentro _ e il fuori dal giardino, fra la virtù e il vizio. Il dato esegetico utilizzato da Filone è una lacuna: l'assenza di precisazione, nel testo del Genesi, del luogo prec i so · in cui è collocato l'albero della conoscenza. Ad esplicare poi la natura del vizio simboleggiato dall'albero v'è un secondo dato esegetico: Filone osserva che la proibizione di mangiare dell'albero della conoscenza è rivolta ad un soggetto plurale 120

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=