Il piccolo Hans - anno X - n. 38 - aprile-giugno 1983

se stessa e la propria purezza»). Non siamo, dunque, lon­ tani dalla parola «senza espressione» del saggio sul Com­ pito del traduttore: in questione, è, ancora una volta, lo statuto di quella «pura lingua» descritta nello scritto del 1916 Sulla lingua in generale e sulla lingua 4egli uomini, che non è strumento, ma in se stessa la comunicazione. In ogni caso, il termine ausdruckslos indica l'esperienza più propria della parola, e non un indicibile al di qua del linguaggio. Il terzo passo che esamineremo è tratto dal saggio sulle Affinità elettive del 1921-22. Benjamin, che sta qui parlando della pretesa a una falsa totalità che incombe come pericolo sull'apparenza artistica, scrive: «Ciò che impone un arresto a questa apparenza, fissa il movimento e interrompe l'armonia, è das Ausdruckslose (il privo di espressione, l'inespressivo)... Come l'interruzio­ ne mediante una parola di comando può trarre, dalle tergiversazioni di una donna, la verità proprio nel punto che le interrompe; così il privo di espressione costringe l'armonia tremante a fermarsi, ed eterna, con questa obie­ zione, il suo tremito. In questo ètemamento, il bello deve rendere conto di se stesso, ma proprio in questo render conto esso appare come interrotto, e riceve l'eternità del suo valore proprio in virtù di quell'interruzione. Il privo di espressione è la potenza critica, che, se non può sepa­ rare, nell'arte, l'apparenza dall'essenza, vieta loro, però, di mescolarsi. Esso possiede questa autorità come parola morale. Nel privo di espressione appare la potenza supe­ riore del vero, che determina, secondo le leggi del mondo morale, la lingua di quello reale. Esso spezza, cioè, quello che resta, in ogni bella apparenza, come eredità del caos: la totalità falsa, aberrante - la totalità assoluta. Esso solo compie l'opera, riducendola a un 'pezzo', a un frammento del vero mondo, al torso di un simbolo. Categoria del linguaggio e dell'arte, non dell'opera e dei generi, il privo di espressione non si può definire più rigorosamente che 105

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