Il piccolo Hans - anno X - n. 37 - gennaio-marzo 1983
François e Jean Perdriel, entrambi figli di un Guillaume, ciò che giustificherebbe, ad un altro livello di lettura, gli appellativi di confrere e compere che Villon attribuisce loro: Item, a sire Jehan Perdriel Riens, n'a François son second frere; Sy m'ont voulu tousjours aidier Et de leur bien faire confrere, Combien que Fran_çois, mon compere, Langues cuisans, flanblans et rouges, My commendement, my priere, Me recommanda fort a Bourges (1406-1416) 29 • E non è tutto, giacché si sa dagli archivi che il primo François era esattore a Caudebec, e l'altro, Jehan, scudiero al castello reale des Loges. Due nomi, Caudebec e des Loges, che ricordano, in modi diversi, i nomi del «cosid detto Villon», chiamato anche François de Montcorbier o des Loges. Vi è da meravigliarsi se Villon ostentatamente non lascia «niente» a questi due fantasmi? Item a sire Jehan Perdriel Riens, n'a François son second frére Non sarà mai sottolineato abbastanza sino a qual pun to Villon cerchi di riprodurre un equivalente di questa lingua introvabile, lingua sempre già morta, e della morte, attraversata dal mormorio di una vita insensata, della quale Villon ottiene gli effetti di eguaglianza ritmica me diante una specie di va-e-vieni nel filo della sua scrittura. Il luogo di questo strano «commercio» a distanza dalla morte, che solo il poeta ha il potere di esercitare, potrebbe chiamarsi il Merchié au fillé (Mercato del filo) evocato nei lasciti a Madamoiselle de Bruyere: 84
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=