Il piccolo Hans - anno X - n. 37 - gennaio-marzo 1983

pi, dei quali è stato necessario sottolineare le opposizioni prima di seguire i loro itinerari verso l'eguaglianza. · Quale scena vediamo all'inizio del Testamento? La gra- · zia di un affrancamento concesso dal re di Francia al poeta imprigionato a Mehun. Occorrerà riconoscere che la figura di questo padre liberatore contraddice rigorosa­ mente non solo la legge perversa di Thibaut d'Aussigny, ma anche, sotto un'apparenza diversa, l'oscurità del padre d'adozione rifiutato e sottoposto al sarcarsmo del figlio orfano. Attraverso questo gesto del Re-Padre il poeta viene riconosciuto come François: e bisogna intendere con ciò che Villon, affrancato dalla sua «viltanie» è di nuovo reso alla sua «franchise» da l'heur [«la fortuna», N.d.T.] des François (P. V., XVI, 18): Si prie au benoist filz de Dieu, Qu'a tous mes besoings je redarne, Que ma povre priere ait lieu Vers luy, de qui tiens corps et ame, Qui m'a preservé de maint blasme Et franchy de ville puissance; Loué soit il, et Nostre Dame, Et Loys, le bon roy de France (49-56) È pur vero che il nome di François non viene diret­ tamente citato . in questo panegirico, ma è ricordato con piena evidenza «in eco», allorché si dice del benoist filz de Dieu che· ha franchy Villon da un ville potere. È qui importante non perdere di vista che Villon, associando nella sua preghiera il benoist filz de Dieu, notre Dame e il re di Francia, instaura una trinità che da fa contrappeso . a quella evocata nel lascito del padre Guillaume Villon, e pone l'accento, per di più, sul Verbo salvifico del figlio. Ciò non impedisce al poeta di mantenere in pari tempo la contraddizione tra i due padri: il buon rè · di Francia, immagine della paternità divina, e il padre oscuro rinne- 76

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