Il piccolo Hans - anno X - n. 37 - gennaio-marzo 1983
dre analfabeta, è il solo autentico, un nome di nascita. Con il rifiuto del nome adottivo il poeta rivendica, insom ma, il suo destino di figlio illegittimo al solo fine di li berare nella lingua materna tutte le virtualità del poeta François, in pari tempo libero e disciplinato, come già lasciano intendere, e sin dall'inizio, le allitterazioni al prin cipio del Lais: Je François Villon... Le frein aux dens, frane au collier È dunque dalla parte di François che il poeta lega la propria vocazione al linguaggio verginale della madre: vocazione di «franchezza», ove il lavoro di affrancamento del nome mediante la scrittura poetica consisterà nel ren dere François al fiore della sua lingua, sorta dalla semente del Giglio di Francia 23 , certo, ma la cui voce bianca da sirena proviene dalla Regina-fata o dalla madre: La Royne Blanche camme liz Qui chantoit a voix de seraine (T. 345-346) Il poeta che si definisce nel Lais: sec et noir comme escouvillon, prosegue il compito di pulizia nel Testamento. In balia dell'incessante alterazione dei segni nei giochi _del sembiante d'Amore della Dame sans mercy, Villon ne denunzia l'impostura e la vertigine: Abusé m'a et fait entendre Tousjours d'un que ce feust ung autre: De farine que ce feust · cendre (T. 689-691). La poesia d'Amore, come sappiamo dopo il Lais, ha deluso Villon, ma lo svelamento di questa delusione ap partiene allo spazio di un'altra scrittura. Rinunziare al 74
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