Il piccolo Hans - anno X - n. 37 - gennaio-marzo 1983

Su questa linea, si stabilisce una sorta di parete di comunanza tra perversione e psicosi. D'altro canto, . proprio il richiamo a un significato che appare nella traduzione in altra lingua, serve a segnare il passaggio oltre la barra che marca per Lacan «l'irridu­ cibilità del significante al significato», e con questo a operare quel taglio verticale che spezza la serie metoni­ mica orizzontale dei collegamenti e delle sostituzioni così che, proprio in questo «mister» qualsiasi s'intravvede qualcosa di quel che ne è, nella perversione, della meta­ fora paterna. Se il Nome del Padre è collegato al «padre morto», al padre cioè che, ucciso, consente quel patto sacro sul quale si radica la Legge che egli rappresentava, nella tra­ sformazione del patto in balletto, «giurate, giurate», si deli­ nea la posizione del perverso riguardo alla legge. Il meccanismo nel quale per il perverso si risolve ciò che dovrebbe fargli ostacolo, ha attinenza con la psicosi. Proviamo a riprendere l'elemento protesi così come ce lo ha presentato Virginia Finzi Ghisi. Esso riappare nei sogni dei nevrotici in funzione materna. Segnale di una mancanza, «duole;, sul corpo dell'isterica e si fa ri- · cordare come l'arto fantasma. Al contrario, la protesi non duole al perverso; essa è il primo pezzo, la prima pietra di una costruzione. Dalla gamba tagliata, nasce la mario­ netta che vive il suo destino di gioco. Nella marionetta, la sostituzione del corpo è totale, ma in quanto avviene «altrove», non è la protesi che si mangia il corpo, e benché sia animata a differenza delle figure dipinte; i fili e le appendici che la collegano a colui che la muove sono insensibili. Non così i fili che legano questo tipo di sostituzione alla mente dello psicotico. Questi avverte come il suo corpo progressivamente si perda. Ma cionondimeno quel­ lo che sparisce resta il suo corpo. Il dolore dell'arto fan­ tasma dilaga. Ed è un dolore intellettuale. Lo psicotico 31

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