Il piccolo Hans - anno X - n. 37 - gennaio-marzo 1983
gano, per tutti diventa «familiare» il problema ebraico. Gia · cché nell'ebreo il problema dell'«appartenenza» razzia le è insolubile proprio là dove sembra più chiaro e proprio là dove l'ebreo è più invidiato perché sa almeno di che razza è. Ma è ebreo chi è figlio di padre ebreo o chi è figlio di madre ebrea? Se l'impurità è evidente nel matrimonio misto, ma non altrettanto certa la questione · della razza e dell'eredità, cosa avviene quando l'ebreo è figlio di padre ebreo e di madre ebrea; quando tutto è al massimo del l'ortodossia? La questione della purezza conflagra nell'os servanza rituale mentre già nuove scansioni si determina no per i più rigorosi: il vero ebreo è l'ebreo del nord o l'ebreo del sud? è l'ebreo dell'est o l'ebreo dell'ovest? - Perversione e psicosi «Meister» è come un tedesco ignorante leggerebbe l'in glese Mister. Ma una grossa differenza viene introdotta di soppiatto. Dal luogo dell'Altro, qualcuno si vendica di Guglielmo. Un processo pari a quello della pietrificazione, della mu tazione in oro del cuore amabile della contessa, lo subisce il significante paterno. Il -nome proprio è quello, osserva · Lacan, che è uguale in tutte le lingue, che non può venir tradotto. Io sono Lacan in tutte le lingue, e così è per voi. «Mister», al contrario, è un nome comune, traducibile, scambiabile come il soggetto che si trova ad avere a che fare con il perverso. Questo non importa chi, è il mister, un signore qua lunque prende il posto del Nome del Padre proprio nel luogo in cui, quando tale nome non risulta, ha origine la psicosi. 30
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