Il piccolo Hans - anno X - n. 37 - gennaio-marzo 1983

perverso, è per assicurarsi quel Altro che il perverso si immagina di essere per assicurarsi il suo godimento. Il perverso sembra realizzare in se stesso ciò che co­ stituisce il fine del nevrotico, ed ecco un altro motivo per cui il nevrotico può essere proclive a colorare di perversione l'idea che ha della fine della sua analisi. Ma se rappresenta il problema dell'isterica, il riuscire a fare i conti con quello che può diventare nella realtà un bambino nella propria pancia, bisogna tener conto della funzione tutta particolare che l'immagine della ba­ lena ha nell'analisi di un perverso. La ricordiamo nel sogno di Graziano, sul quale Graziano ha interrotto la sua analisi. In un sogno �ppariva il gruppo di lettere PIN che portava Graziano alle associazioni: Pindaro e Pinocchio e da Pinocchio all'episodio della balena. Anche qui quello che notavamo nel Meister, la cetra e i burattini, Pindaro e Pinocchio. Con la balena, non è tanto la que­ stione della gravidanza che si manifesta quanto, pietra vivente, grosso sasso grigio levigato nel mare, l'apparizio­ ne sulla superficie dell'acqua (è questo che cerca il capi­ tano di Moby Dick?) di un rilievo vorace. Piuttosto che la consumazione dell'Edipo, ciò che ri­ chiama la perversione è il Don Giovanni, un festino di pietra, è questo il pasto cui reciprocamente Don Giovanni e la statua si invitano. Ma che cosa ne è nella perversione, mentre si tiene a bada lo spettro del padre, che cosa ne è del nome del padre? Ed ecco che al termine della storia di Guglielmo Mei­ ster qualcosa riappare di questo ordine. Riappare il conte nella cui poltrona e nelle cui sem­ bianze Guglielmo si era introdotto, ed è da quel luogo che qualcosa dell'ordine del significante paterno, viene rinviato. Mylord, lo apostrofa il conte incontrandolo per le sca­ le «Ebbi la fortuna di presentare allora i miei omaggi a 28

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