Il piccolo Hans - anno X - n. 37 - gennaio-marzo 1983

Ed ecco che al cenno allusivo, che appartiene all'inizio della storia, ai mobili inglesi che Guglielmo rimprovera . al padre, risponde alla fine del romanzo un inaspettato appellativo inglese con cui un personaggio si rivolge a Gugliemo. Il ritorno del significante La tristezza del momento in cui Pinocchio si trasforma in bambino e finisce così la sua storia, più orfano di prima giacché Geppetto dal parrucchino color carota cor­ rispondeva al burattino Pinocchio, come può il nuovo bambino dalle membra rotonde e morbide trovare in Gep­ petto il proprio padre?, la tristezza di questa metamorfosi è il rovescio del ·giubilo con cui il bambino davanti allo specchio ha per la prima volta l'immagine unita di sé. Qualcosa della struttura della perversione ci richiama, per rovesciarla, la fase dello specchio. Guglielmo ha deciso di giocare uno scherzo (alla con­ tessa?, al conte?), e vestito e atteggiato come il conte si fa da lui trovare nella sua poltrona. Il conte apre la porta, _ vede così occupata la propria poltrona e richiude silen­ ziosamente la porta. Da quel momento qualcosa cambia nella sua vita. Il conte muta carattere, dedicandosi inte­ ramente _ alla lettura, specie di libri religiosi. Il segretario consigliere conosce il segreto del cambiamento: «Il vec­ chio crede sicuramente di aver veduto se stesso!». Se le iniziali del nome di Guglielmo si trovano per coincidenza incise sul braccialetto della contessa, è nel!'«astuccio del cuore» che egli vagheggia ci sia la sua immagine. Il cuore della contessa si muta per lui nell'oro cavo del medaglione che racchiude il ritratto del conte. Se, come nota Lacan in Sovversione del soggetto e dia­ lettica del desiderio, il nevrotico s'immagina di essere un 27

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