Il piccolo Hans - anno X - n. 37 - gennaio-marzo 1983
re, fanno, almeno a me, un'impressione tutt'altro che piacevole. Tutt'al più potrei paragonarli con il sipario d'un teatro. Ma che differenza! Anche se bisogna aspettare a lungo, tuttavia sappiamo che alla fine il sipario si alzerà e che vedremo le cose più varie, dilettevoli, istruttive e che ele vano il cuore». Ma che differenza! Il sipario almeno si alzerà! È questa allora la differenza, l'ornamento non è destinato ad alzarsi, non è sua funzione rivelare una scena: è come un puzzle senza cornice, senza quell'elemento cioè che, inquadran dolo, permette che improvvisamente, lo avevamo rilevato nelle analisi parlando della funzione del disegno, dalla superficie emerga un rilievo. Ma queste tappezzerie di seta, queste pareti rigate, questi ornamenti ricercati hanno un'altra caratteristica. Senza limite, appunto, essi possono ripetersi all'infinito. Ciò che li costituisce è un pattern bidimensionale, senza una fine. Cosa coprono gli ornamenti della casa di Guglielmo? Essi �aprono la mancanza di quadri, dissimulano nella ripetizione senza cornice, che il padre di Guglielmo si è mangiato la collezione del nonno. Che cosa nasconde la ripetizione di un modulo mentre l'abile mano del tappezziere tenta di mimetizzare la linea che lo divide dalla striscia successiva, che cosa nasconde la continuità senza soluzioni del discorso dell'analizzante che all'approssimarsi della fine della seduta tende a col legare una frase all'altra, a costruire un'interminabile fra se che non permetta l'introdursi della parola dell'anaHsta a tagliare il filo del discorso? È la stessa funzione, quella dell'ornamento, delle liane che un'altra analizzante lancia da un alberb all'altro della sua campagna quando arrivan dovi enumera tutte le cose, tutte le operazioni che ci saranno da compiere, giacché il fermarsi a contemplare una scena sola, un albero solo, la riempirebbe di angoscia. 24
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