Il piccolo Hans - anno X - n. 37 - gennaio-marzo 1983
la nostra curiosità cominciò a farsi più viva, im paziente di vedere che cosa mai si nascondesse dietro quel trasparente sipario donde venivano tanti misteriosi rumori e si intravedevano tanti strani luccichii, ci furono additate alcune seggio line e detto di vedere e aspettare con pazienza». La scena è già pronta e ciò che vi è stato rappresentato non a caso è la sfida di Davide a Golia. Golia tanto più grande e Davide tanto più piccolo, ciascuno esasperata mente sproporzionato per mettere in rilievo la caratteri stica specifica della sua figura, per dare un'idea della grandezza e della piccolezza... «Mamma, la pregò, dove sono andate a finire quelle marionette?». Se il fobico torna indietro, il perverso è già là: la scena è stata costruita per lui e ciò che egli si trova a ripetere è il . gioco delle qualità... «Ma ne accorsi una prima volta una sera quando, con un po' di cera, ti pla smasti alla meglio un Davide e un Golia e dopo averli fatti perorare a lungo fra _ loro, desti un colpo al gigante e poi ne appiccicasti la testa informe, infilzata a una grossa spilla, alla mano del piccolo David». A ricordare a Guglielmo il teatrino di David e Golia è uno scontro con il padre, che tenta di porre dei limiti alla sua passione per il teatro: «Ma che utile ne ricavi? ma è possibile sciupar così il proprio tempo?». A questo Guglielmo risponde allora: (p. 590) «La vecchia casa forse non ci bastava?... Non impiega forse mio padre ogni anno una notevole parte dei suoi guadagni per abbellir le stanze? Queste tappezzerie di seta, questi mobili inglesi non sono anche inutili? Non potremmo forse con tentarci di più modesti? Queste pareti rigate, que sti fiori che si ripetono all'infinito, tutti questi ornamenti ricercati, questi panierini, queste figu- 23
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