Il piccolo Hans - anno X - n. 37 - gennaio-marzo 1983
dotta dalla continuità della propria esperienza. Nel caso invece della riemergenza della memoria come relitto, è semmai il presente che precipita inghiottito per un istante nel passato, è la sensazione del presente che muore, che si pietrifica di fronte allo specchio di un passato inerte... E poiché in questi momenti troviamo le stesse iden tiche sensazioni che ci vengono dai resoconti di viaggi in Patagonia, possiamo forse dire che la figura dell'Antich ton è la metafora di un'anti-esperienza: !'«esploratore» Chatwin riesce a portarci un nome per il luogo, finora indefinito, nel quale giacciono i relitti della memoria: è il luogo dove non desideriamo andare, ma che però dob biamo tenere presente, saper nominare, se vogliamo fare esperienza della memoria. Non partire per la Terra del Fuoco, ma ricordarsi che esiste... Oppure sì, partire, ma per andare a vedere in che modo si sono deformati i relitti a contatto con il fondo silenzioso su cui giacciono: il paesaggio della Terra del Fuoco come fondale imper scrutabile della memoria... Giampiero Comolli 205
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