Il piccolo Hans - anno X - n. 37 - gennaio-marzo 1983
della vita reale ci capita di provare quello stesso senso di fascino, disagio e ripulsa, che sorge in noi di fronte alla figura dell'Antichton. · Ora, esistono sempre episodi accaduti, legami intrecciati, ideali perseguiti nel nostro passato, che non ci hanno portato da alcuna parte; abban donati per via, sono rimasti per così dire delle esperienze interrotte, troncate, morte, andate quindi a depositarsi sul fondo della nostra memoria come relitti dispersi, ca scami o detriti rifiutati. Esperienze espulse insomma a favore di quelle altre in cui ci riconosciamo, perché cre diamo di scorgere in esse il filo ininterrotto della nostra storia, che dal passato e dal presente si tende verso il futuro. A volte però, scossi da sommovimenti interni o da stimoli venuti dal reale, ecco che questi relitti della memoria si smuovono e riaffiorano, per un breve istante si mostrano ancora ai nostri occhi turbati. Prima di di stogliere infastiditi lo sguardo, non possiamo fare a meno di guardarli, ma in questo stesso istante ecco che, affa scinati, stregati, a disagio, ci sentiamo trascinare giù, verso il mondo desolato. Quel mondo ci era magari parso un tempo stupendo ed ammaliante, ora invece ci repelle: ve diamo specchiarsi in esso la nostra immagine deforme e capovolta, quella in cui non vogliamo riconoscerci più. Non si tratta tanto di un'esperienza della memoria, quanto piuttosto di un'anti-esperienza, qualcosa cioè di dereale, che non può aver seguito oltre questo momento del riaf fiorare per poi sprofondare: i relitti tornano a depositarsi nell'oblio, noi li abbandoniamo un'altra volta a loro stessi, come se nemmeno li avessimo reincontrati solo un istante prima. È forse qualcosa di simmetrico e inverso all'esperienza, descritta da Proust, delle «intermittenze del cuore», quelle reminiscenze cioè in cui le sensazioni del passato tornano per coincidere perfettamente con l'istante presente e libe rare così un frammento di tempo affrancato dalla morte e aperto per ciò stesso verso il futuro: una felicità pro- 204
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