Il piccolo Hans - anno X - n. 37 - gennaio-marzo 1983

gono soltanto una mappa stampata su una tovaglietta da té (p. 38). O anche gli ebrei proprietari di un albergo e che si rifiutano di far pagare il conto all'unico- cliente, in quanto mancano gli altri clienti: «Quanto devo per la stanza?». «Niente. Se non ci dormivate voi, non ci avrebbe dormito nessuno» (p. 78). O infine, forse più impressio­ nante di qualsiasi altro, l'incontro con il . salesiano Padre Palacios, «genio eclettico del sud», versato in tutte le scienze, «dotato di memoria fotografica», profondissimo conoscitore della Patagonia e al tempo stesso accanito sostenitore dell'esistenza dell'unicorno e dello Yoshil «un protoominide senza coda, con capelli stopposi di color verde giallastro, alto circa ottanta centimetri», avvistato per l'ultima volta nel 1928 (pp. 98-102). «Il n'y a plus que . la Patagonie, la Patagonie, / qui convienne à mon immense tristesse...» commenta Chatwin, attraverso le pa­ role di Blaise Cendrars, poste a epigrafe del libro... In effetti, leggendo un simile diario d1 viaggio, si prova spesso un fascino doloroso, una sensazione di disagio o addirittura di ripulsa, che tuttavia spinge a tornare più volte su queste pagine, a rileggerle o a ricordarle, come se la consapevolezza dell'esistenza della Patagonia doves­ se scavarsi una dimora definitiva nel nostro pensiero. Alla fine, quale immagine onnicomprensiva, rimane in noi la figura del mondo sconfinato dell'Antichton, dove qua e là precipitano relitti e frammenti di cultura europea, per continuare a sopravvivere e a produrre mostruose infio­ rescenze in un mondo che non è tanto di sogno o irreale, quanto piuttosto dereale... Perché però sembra di ricono­ scere qualcosa che ci riguarda in questa tetra figura della derealtà, come se ci scorgessimo capovolti in un lontano specchio deformante? Per tornare alla domanda posta inizialmente: qual è l'esperienza reale che si raffigura per noi nella metafora dell'Antichton, inteso come luogo dell'immaginario? Cer­ care una risposta significa chiedersi in quale occasione 203

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