Il piccolo Hans - anno X - n. 37 - gennaio-marzo 1983

trapposizione ad animali. Una mano col suffisso yàmama è una mano umana, una mano offerta in amicizia, il con­ trario di un artiglio generatore-di-morte» (p. 182). Costrui­ ta come un'immensa rete di associazioni metaforiche - in cui ogni momento dell'esistenza veniva interpretato at­ traverso il paragone con un frammento di natura - la lingua Yaghan possedeva il segreto di questo paesaggio che oggi ci appare chiuso in un silenzio impenetrabile: Cosa dobbiamo pensare di un popolo che definiva la «mo­ notonia» come «un'assenza di amici maschili»? O che per «de­ pressione» usava la parola che descrive la fase vulnerabile del ciclo stagionale del granchio, quando ha perso il vecchio guscio e aspetta che cresca quello nuovo? O che faceva deri­ vare «pigro» dal pinguino Jackass? O «adultero» dallo hobby, un piccolo falco che svolazza qua e là, librandosi poi immobile sulla sua prossima vittima? Ecco alcuni dei loro sinonimi: Nevischio - Squame di pesce. Banco di sarde - Muco viscido. Groviglio di alberi caduto bloccando il sentiero - Singhiozzo. Combustibile - Qualcosa di bruciato - Cancro. Cozze fuori sta­ gione - Pelle raggrinzita - Vecchiaia. (pp. 179-180) Ma la lingua Yaghan è ormai una lingua morta, Chat­ win ne viene a conoscenza solo sfogliando un vecchio dizionario lnglese-Yaghan del 1898: il mistero del paesag- . gio della Terra del Fuoco non potrà essere compreso mai più. Sterminati dai coloni o dalle epidemie, gli indios degli antipodi sono tutti morti: la contrada è oggi abitata da oriundi Europei, pescatori, pastori, proprietari terrieri, sparsi qua e là nelle fattorie e come in preda a una sorta di delirio strisciante, abbacinati dall'immensità della so­ litudine: La stanza era spoglia e ben pulita. Sulle pareti fotografie di Hitler e del generale Rosas, appiccicate molto tempo prima e annerite dal fumo resinoso. Il vecchio mi fece sedere sulla sua sedia (...) Mangiando, parlava del crollo del prezzo della 201

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