Il piccolo Hans - anno X - n. 37 - gennaio-marzo 1983
gioco di sospensione (possibilità di una propria dimensio ne attiva, agita, mobile) dall'esistenza di deterioramento e di morte: spazio della speranza, inganno dei desideri... Il testo, poi, è attraversato da una morte reale (non parlo di referenti, ma del realizzarsi di un qualcosa che non si può esprimere nemmeno con la poesia): «forse (ci penso adesso) era la morte / di Giorgio e di Marzia che cercavi / d'inghiottire, d'investire, somatizzandola... ». · Qui, in questo spasmo fisico, in questo inatteso e impre vedibile tentativo di tradurre in una scossa presente l'im mobilità, la morte dell'attore, in questo tragico attacca mento a chi agiva, in questa irreparabile paura, c'è il più forte e incomprensibile sussulto... Battiti incompatibili, colpi di silenziosa sottrazione... Cesare Viviani BRUCE CHATWIN In Patagonia . (1977) (trad. it. di Marina Marchesi, Milano, Adelphi, 1982) Ricordando la Terra del Fuoco: i relitti della memoria Lo Stretto di Magellano è uno dei tanti esempi di come la natura imita l'arte. Un cartografo di Norimberga, Martin Beheim, disegnò il passaggio a sud-ovest affinché Magellano andasse a scoprirlo. La sua ipotesi era del tutto ragionevole. Il Sud America, per quanto singolare, era un continente nor male se paragonato all'ignoto continente antartico, l'Antichton dei pitagorici, segnato con la parola NEBBIE sulle mappe me dioevali. In questa terra capovolta, la neve cadeva dal basso in alto, gli alberi crescevano dall'alto in basso, il sole brillava di luce nera, e il popolo degli antipodi, dalle sedici dita, ballava fino a raggiungere uno stato di estasi. «Noi non possiamo andare da loro», era stato detto «loro non possono venire da 199
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