Il piccolo Hans - anno X - n. 37 - gennaio-marzo 1983
GIORGIO DI GENOVA Il fantastico erotico Genova, Edizioni Bora, 1982 Proviamoci a decollare dalla pista mm1ma fornitaci da alcune definizioni. «Il fantastico si caratterizza per una intrusione brutale del mistero nella sfera della vita reale» (P.G. Castex); «Il racconto fantastico è solito pre sentarci uomini come noi che abitano nel mondo reale dove noi siamo, posti all'improvviso in pre.senza dell'ine splicabile» (Louis Vax); «Tutto il fantastico è rottura del l'ordine riconosciuto, irruzione dell'inammissibile in seno all'inalterabile legalità quotidiana» (Roger Caillois). È, co me accennavo, una pista minima, ma soprattutto una pista puerile. Non appena il nostro monoposto mentale l'ha percorsa completamente e st _ a per staccarsene, ne avverte l'insufficienza, l'inadeguatezza a un volo ancorché mode sto qual è quello che abbiamo progettato. Deve averla realizzata, fuori di dubbio (e davvero neppure sfiorato dal dubbio), un ingegnere aeronautico ancora disperata mente abbarbicato a un punto di vista pre-freudiano. La sua si rivela immediatamente come un'ottica di tipo na turalistico: di qua la luce della normalità, di là la tenebra dell'anormale; a fianco a noi il reale, contro di noi· il misterioso. Lacan ha detto che l'inconscio è strutturato · come un linguaggio: il che vuol dire, tra l'altro, che - per forza di contiguità - il logos cosciente utilizza anche il linguaggio dell'inconscio (e invicem); e, ancora un passo oltre, che ogni cesura rigida delle due zone, e quindi dei due linguaggi, è assolutamente arbitraria, schematizzatri ce, depauperativa. Si può obiettare che qui si tratta di «fantastico» come categoria espressiva. Si contro-obietta che l'obiezione non sposta di un'unghia quanto rilevato, dal momento che parliamo di linguaggi, quali quelli artistici, che nel lin guaggio dell'inconscio affondano le radici in modi talora 187
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