Il piccolo Hans - anno X - n. 37 - gennaio-marzo 1983

cristianesimo -, ma non tutti possono farlo quando voglio­ no. Del resto: è mai pensabile un potere senza un ordine del tempo? Quale tiranno non ha accarezzato l'idea di un impero millenario che imprimesse ad un'epoca, si di­ rebbe ancora con Nietzsche, il suo conio? Un potere di­ mentico del suo presente sarebbe come un uomo ignaro della sua età: disinteressato alla vita. Il segreto di un tempo ordinato è nella sua capacità di supplìre alle de­ ficienze dello spazio, di rimediare ai limiti della sua fi­ sicità: «L'ordinamento del tempo riunisce insieme grandi gruppi di uomini che vivono sparpagliati e lontani, · senza potersi vedere in faccia l'un l'altro» (p. 484). Più di mille strategie politiche, è questo il mastice più efficace della vita sociale. Non si può pensare il tempo senza pensare la lontananza reciproca tra gli uomini: storicamente l'im­ magine semantica del presente si è modellata, con un passaggio meno ovvio e più gravido di quanto possa sem­ brare, su quella della vicinanza. Era stato in effetti lo spazio, · più che il tempo, a guidare i primi passi di Canetti nell'arcipelago concettuale della massa: così nelle pagine sulla massa come cerchio, e più ancora in quelle sul rapporto tra lontananza della meta e lentezza della massa, dove si dà conto della possibilità di rallentare i movimenti della massa vincolandoli ad una meta invisibile e irraggiungibile. L'aldilà evoca la sovra­ nità delle regioni universali come imbrigliamento della mobilità e come corrispondenza tra l'anonimato dei fedeli - cioè ancora una volta la loro dispersione spaziale: «essi non si conoscono tra loro e vivono sparsi in molte città e paesi» - e la meta remota. La vena prossemica di Canetti si era del resto palesata e sbizzarrita subito. I primi ap­ punti . di Massa e potere sono dedicati a tre figure clas­ siche: la paura, il contatto, l'ignoto. L'Angriff di cui si parla nella prima pagina del libro - aggressione ma anche avvicinamento - rinvia al timore di essere toccati da un che di estraneo e di nemico, di non immediatamente con- 185

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