Il piccolo Hans - anno X - n. 37 - gennaio-marzo 1983

nelle strategie linguistiche della conversazione, forma spa­ zialmente determinata - con soggetti fisicamente raggiun­ gibili - del commercio. Canetti se ne accorge senza ombra di dubbio nell'ana­ lisi del rapporto tra il potere e il silenzio. Anzitutto la domanda: usata come mezzo di potere, la domanda è finalizzata a penetrare. «Si sa già cosa si potrà trovare, ma si vuole trovare veramente e toccar con mano» (p. 344). Di nuovo la mano: chiedere qualcosa e stabilire un contatto cercando il punto di minor resistenza. Perché la domanda abbia potere, dev'essere però determinata e «adeguata allo scopo». Le domande indeterminate - per esempio quelle dei bambini o dei pazzi .:.. «non hanno alcuna forza e si possono eludere facilmente» (p. 345). La libertà si organizza come difesa dalle domande, dal loro carattere immanentemente scrutatorio e indiscreto, cioè dalla loro determinatezza: è libero chi riesce a con ° servare davanti a sé un campo indeterminato ed aperto, è schiavo chi accondiscende alle domande accettando un piano dialogico predeterminato. Ciò significa che esiste, nel commercio linguistico, una sola possibile contròdina­ mica di potere: il segreto e, al suo interno, il silenzio. Allo strapotere dell'interrogante, che accerchia da ogni lato il suo interlocutore, si può opporre qualcosa di al­ trettanto efficace solo evitando di imbottigliarsi in una risposta univoca. Se «la domanda con cui inizia il contatto dubitoso cerca... di penetrare più a fondo: ha qualcosa di tagliente, è siID;ile a_ un coltello» (p. 347), «la risposta ha il risultato di immobilizzare in qualche modo chi l'ha fornita» (p. 346). Chi risponde si ingabbia e si incatena, l'interrogato spreca tutte le proprie carte e non può più mimetizzarsi · e metamorfosarsi. L'interrogato, scrive Ca­ netti, è costretto ad essere se stesso: cede le prerogative della fictio, può mentire ma deve palesarsi. Riprendere il coltello dalla parte del manico significa riguadagnare la plurivocità, sfuggire all'univocità paralizzante della ri- 181

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