Il piccolo Hans - anno X - n. 37 - gennaio-marzo 1983

blasfema trinità araldica (18). Sottratta alla propria varia­ bilità., l'ape può infine farsi allegoria: della Fama, come lei dotata di «pungiglione», di «canto», e d'«ala» (1763). farfalla. Se l'ape è modello di sapienza erotica, se la sua stessa operosità è una forma di delirio che avvicina il suo fare al fare del poeta, la farfalla fornisce esplici­ tamente un «sistema estetico» («a system of aesthetics», 137) che sembra fondarsi su una duplice modalità biolo­ gico-strutturale. La sua natura è metamorfica: essa cela il «segreto» per cui esce improvvisa dalla reclusione nel bozzolo come una «signora con parasole» (129, 354); la sua mobilità appare senza meta; la sua «circonferenza» è immotivata («purposeless», 354); il suo esotico nomadi­ smo (proviene da S. Domingo, 137, ha «diritto di volo a Tripoli», 1627) ne fa una cifra dell'imJ.Uaginazione. Confu­ sa con il fiore, associata al meriggio, ai tropici, al sogno, sospetta di dissolutezza per il suo oziare, la farfalla nella sua tunica «numida» a «prova di sole» (1387) è elaborata in paradossale emblema della durata, della resistenza, del fulgore che nascono dai loro contrari: la fugacità, la fra­ gilità, la notte. pettirosso. Definito «troubador» locale (24, 64, 96), ha soppiantato il ruolo dell'usignolo. La sua nota unica, spez­ zata, ansiosa, è per Emily il principio stesso della musi­ calità, la norma compositiva (285: «The Robin's My Cri­ terion for Tune»); i suoi annunci «affannati, radi, veloci» paiono alludere concretamente ai ritmi sincopati della poesia di lei (828). Le perle e l'argento qualificano in altri testi (634, 864) il suo canto; ma la figura di cantore affamato, migrante, di arcangelo proletario, puntuale «co­ me un agricoltore del New England» (1483) definisce l'ar­ tigianato poetico nella sua indomita quotidiani _ tà. gatto/topo. Tra le microstorie «naturali» del bestiario ve ne sono alcune che documentano la violenza, dall'uc­ cisione senza appello (il delicato pasto cannibalistico del­ l'uccello che mangia il verme bevendo rugiada, in 328) 147

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