Il piccolo Hans - anno X - n. 37 - gennaio-marzo 1983

(service), un «cantico spettrale» (spectral Canticle), che gradualmente producono una «differenza druidica» (Drui­ dic Difference). La duplice funzionalità del bestiario alla cosmogonia di Emily Dickinson (sperimentazione di sé nell'altro, spe­ rimentazione del rapporto mente/spazio) comporta il sov­ vertimento delle simbologie tradizionali. Dinamico, varia­ bile, provocatore di continui scarti di significato, l'emble­ ma animale contraddice se stesso, costantemente ridefi­ nendosi, come un ideogramma che muta valore secondo il contesto in cui appare. Alcuni esempi specifici possono illustrare i metodi grazie ai quali la Dickinson elabora if canone emblematico delle sue figure animali, negando­ lo, rovesciandolo, consolidandolo giocosamente. ape. La poetica distillatrice, la laboriosa, l'industriosa, la comunitaria, è, nel bestiario, figura dell'appagamento infinito del desiderio, dell'ebbrezza dionisiaca, dell'ecces­ so, modello polivalente di erotismo. Ubriaca, «traviata», di rugiada («Debauchee of Dews», 128, come «Debàuchee of Dew» è l'«io» poetico in 214), scacciata per ubriachezza dalla corolla/taverna della digitale («Out of the Foxglove's door», 214), «trovata morta per troppo nettare» da un «coroner ronzante» (230) come in un minifilm western, l'.ape può essere evocata altrove come esempio di supre­ ma, estatica astensione (954: «Partake as Does the Bee/ Abstemiously», «Sia la tua partecipazione come quella dell'ape/Astemia»). L'ape è l'amante maschio che fa vio­ lenza al fiore femminile, campanula (213) o rosa (1339); l'infedele dalla «parola di seta», incline al «divorzio», (896). Stratega suprema dell'autonomia, capace di inabis­ sarsi nel nulla (il nowhere) su una zattera d'aria (661). Il suo ronzio è un'operazione stregonesca (136): esilarata dalle proprie «eresie orientali», l'ape riempie l'aria e la terra di «gaia apostasia» (1526). L'aristocratica ape (138) compone insieme alla farfalla e alla brezza una sorta di 146