Il piccolo Hans - anno X - n. 37 - gennaio-marzo 1983
può farsi, certo, rientrare nel «sentimentale» in senso schilleriano, ma implica in pari tempo una forma di di stacco («morale», potrebbe dire Schiller) che configura una modalità talmente specifica da sconvolgere dall'inter no la forse troppo rigida dicotomia ipotizzata nel saggio Sulla poesia ingenua e sentimentale. Sull'ironia, questa presa di distanza che implica tuttavia una forma partico larmente intensa di coinvolgimento, vi sarebbe molto da dire. Che essa investa in pieno l'immagine montaliana di Mosca - e attraverso Mosca l'immagine che il poeta vuol rappresentare di sé, non mi pare possano esservi dubbi. Uno dei segni mediante i quali tale ironia si manifesta · è la «riduzione», la «m1nimalizzazione», del movimento. La Mosca non è soltanto un «moschino», «moscerino», ma - siamo quasi in presenza di un ossimoro, «senz'ah». Si esprime «senza parlare» («Xenia» I, 2), o, al più, la· sua parola è <(Stenta ed imprudente», come di chi, appun to, non è abituato a parlare; si limita ad «ascoltare», che è «il suo modo di vedere» (I, 9); è «un insetto miope» (I, 5), le sue pupille sonno «offuscate» (II, 5). Ma non si tratta di un «destino», bensì di una sce lt a, · di un «disegno»: «Tu sola sapevi che il moto non è diverso dalla stasi». La miopia, l'immobilità, sono condizioni del vedere: «Per gli altri no, eri un insetto miope / smarrito nel blabla / dell'alta società. Erano ingenui / quei furbi e non sapevano / di essere loro il tuo zimbello: di esser visti anche al buio e mascherati / da un tuo senso infal libile, dal tuo / radar di pipistrello» (I, S); «di noi due / le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate, / erano le tue» (II, 5). Dell'insetto, infine, la Mosca-Drusilla assume anche l'a spetto esteriore: «catafratta di calce», come in un carapa ce, nella sua ingessatura, «hellish fly», letteralmente mo sca o insetto infernale, ella sfugge alla morte in agguato: entro di lei la malattia; fuori di lei la guerra («Gli ultimi 128
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