Il piccolo Hans - anno X - n. 37 - gennaio-marzo 1983

nell'elegia la tristezza può sgorgare solo da un entusiasmo risvegliato da un ideale. Solo grazie a questo l'elegia si arricchisce di un contenuto poetico». Gli oggetti perduti e rimpianti possono divenire «materia di poesia elegiaca» solo quando essi appaiono «contemporaneamente éome oggetti d'armonia morale». «Contenuto della - lamentazione poetica non può mai essere un oggetto esterno, ma solo e sempre un oggetto ideale interiore; persino quando essa lamenta un'assenza della realtà, deve per prima cosa tra­ sformarla in un'assenza ideale». Non casualmente, mi sembra, Schiller tratta insieme della elegia e della satira; non casualmente Satura di Montale contiene e l'una e l'altra modalità poetica. Satira e _ d elegia hanno infatti in comune, secondo Schiller, un atteggiamento «sentimentale» nei confronti della natura. A differenza del poeta «ingenuo», che vive la natura come mero oggetto, «ben diverso è il caso del poeta sentimen­ tale. Questi riflette sull'effetto che gli oggetti producono su di lui, e solo su questa riflessione si fonda la sua forza poetica. Il poeta sentimentale, dunque, ha sempre a che fare con due idee e sentiment{ contrastanti, con la realtà come confine e con la sua idea come infinito». Se egli «vorrà attuare quella [la realtà] come oggetto di ripugnanza», la sua rappresentazione sarà satirica; se in­ vece il suo oggetto di attrazione sarà l'ideale, la sua rap­ presentazione sarà («in una più ampia eccezione di questo termine» - avverte Schiller) elegiaca. I due discorsi, quello teorico schilleriano e quello poe­ tico montaliano, sembrano perciò coincidere. E, in realtà, ampiamente convergono: se è vero, alrrieno parzialmente, che l'atteggiamento di Montale nei confronti della natura va modificandosi, attraverso una serie di passaggi, -dalla posizione prevalentemente «ingenua» degli Ossi a quella «sentimentale» di _ Satura. Ma l'understatement di cui si diceva, introduce un elemento del quale sembra che Schil­ ler non abbia tenuto sufficientemente conto, l'ironia: che 127

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=