Il piccolo Hans - anno X - n. 37 - gennaio-marzo 1983
poesia autonomamente nascere ed essere: essere essa stes sa oggetto, essa stessa suono, e proseguire il lavoro della natura, rubandone le forme senza imitarle? In cerca di una parola così, studio la storia delle specie viventi, la storia degli alberi, dei fiori... D. Conosco già il tuo disprezzo per i botanici collezio. nisti di campioni morti, buoni solo per l'anatomia: massa inerte, priva di una nervatura che tremi e vibri all'unisono con la mente e col cuore di chi l'ha raccolta! W. E non minore, puoi aggiungerlo, è il disprezzo che provo per questa nuova razza di cosiddetti esperti fore stali che, con la pretesa di accrescere la bellezza nativa del paesaggio, non esitano ad abbattere querce e betulle, antiche abitatrici di questi boschi, e a sostituirle cm� in tere piantagioni di larici e di abeti; ed anche . il profitto, che essi ottusamente vanno inseguendo, si rivela alla fine una falsa promessa, giacché il legno del larice, di rapida crescita, è gonfio di linfa e di ben scarso pregio, senza contare la facilità con la quale cede agli attacchi degli insetti. D. Da qualche tempo, i cittadini più ricchi hanno preso a costruire abitazioni estive sulle cime delle colline, e non c'è edificio che, così situato, riesca d'ornamento al paesaggio, fondendosi armoniosamente in esso: ma ora la moda impone che, dalla casa, si goda del panorama più aperto possibile, di una «prospettiva», come la chia mano. Quando mai si è sentita questa parola fra gli abi tanti di qui? Piuttosto, essi amano la sicurezza di una posizione riparata, e non esitano a costruire il granaio, o la rimessa per gli attrezzi, proprio di fronte alla casa, per bella che sia la vista che si potrebbe godere dalle finestre. Per far largo alla prospettiva, i nuovi costruttori spogliano le cime dei colli, mentre dovrebbero lasciar 110
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