Il piccolo Hans - anno X - n. 37 - gennaio-marzo 1983

D. Ma cos'è che è «vita»? Se qualcuno mi ponesse questa domanda, sarei portata a domandare a mia volta: «Che cosa non è vita di quanto realmente è?» W. La stessa forza che disegna il profilo delle monta­ gne nelle acque del lago dispone il nostro spirito a per­ cepire l'armonia di quell'immagine, sicché l'operazione della mente trova nella natura una meravigliosa corri­ spondenza. Invece il pittoresco, del quale vanno parlando i cattivi maestri di filosofia dell'arte, i teorici del gusto e amatori esperti di pittura - come sarebbero esperti di vino, o di selvaggina - interpone il proprio schermo opaco tra la natura e chi l'osserva, e davvero possente dovrebbe essere l'incantesimo capace di scongiurare una simile e­ clissi, e sollevare il velo di una così spessa coltre di o­ scurità! D. Questo che chiami velo, o schermo, non è che l'og­ getto presente nella natura, o la sua immagine dipinta, così come appare agli occhi dell'osservatore, e del turista che viene ad ammirare le bellezze della nostra regione: tu vorresti cancellarlo, sostituendo le tue parole all'im­ pressione che esso è capace di suscitare direttamente. W. Al contrario, io voglio preservarlo, metterlo al si­ curo: · a questo mi s�rve tutto l'osservare, esaminare e annotare la natura che da qualche tempo è quasi il mio solo studio, la mia sola passione. Ma ora mi è dinanzi un compito più difficile: può veramente da questo studio, da questa osservazione, nascere una parola poetica che non sia solo ricordo, o immagine interiore, e allo stesso tempo non sia semplicemente descrizione; una parola che non guardi indietro, verso di me, verso quel me che è stato, e non sarà mai più; che non tenda al passato come al suo luogo promesso, capisci, ma si spinga avanti nel­ l'aria, come i rami di questi alberi? Può la parola della 109

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