Il piccolo Hans - anno IX - n. 36 - ottobre-dicembre 1982

2. Il labirinto è la patria dell'esitazione. La via di chi teme di arrivare alla meta traccerà, facilmente, un labirinto. Benjamin: Parco centrale Palermo, Erice, Castronuovo di Sicilia, questi luoghi sembrano sottrarsi al flusso del tempo nell'intricato labi– rinto dell'infanzia di Pofi, tanto quanto la grande città (Roma), risolutrice della vecchiezza immersa nella vora– cità del tempo, si negherà come luogo riducendosi a pochi, ossessivi ambienti - maniacalmente osservati e conosciuti - di camere d'affitto (situate nel quartiere San Giovanni, ove effettivamente abitò Pizzuto). In entrambi i casi non vi sarà - se non coagulandosi il finale - la violenza di un'azione risolutrice: le «azioni pure» sono tali giusto in virtù della loro estraneità al soggetto, al quale non è dato di compierle (o mutarne indirizzo) ma soltanto di immergersi nelle loro scansioni. Lo stesso rapporto di misconoscimento che si è visto essere intrattenuto fra la «persona assente» e Pofi, regola le relazioni fra Pofi e le azioni nelle quali il narrato si fa atto. È questa l'i– sotopia centrale del romanzo, il nucleo attorno al quale si depongono nella loro interezza gli elementi. Queste a– zioni si possono guardare, riconoscere in una funzione intellettuale dalla quale si è però scisso ogni processo affettivo: «Libertà di uscire di casa, no; libertà di guardare fuori, sì» 13 • Nel misconoscimento che lega Pofi agli oggetti (pietrificati dell'azione) s'intravede un tentativo di «con– templazione senza violenza» 14 : libertà di guardare, di co– noscere, sì; capacità, volontà di comprendere, no. Allo stato amniotico di «felicità della verità» in cui appare immersa l'infanzia di Pofi corrisponde la tristezza narrativa della «persona assente» - donde il sarcasmo pizzutiano -; la «distanza», che in lei raddoppia (prodotto isotopo al labirinto), suggella una non-partecipazione, una 92

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