Il piccolo Hans - anno IX - n. 36 - ottobre-dicembre 1982

tica invece la raffigurazione (l'invenzione, la testualizza– zione di «immagini» - referenti prevalentemente mentali), processo che prevede la sospensione della differenza fon– data sull'isotopia noologica e cosmologica. Non ci pare scandaloso ritenere altrettanto «reale» il «mentale» che il «sociale» (giudizio che implica l'abolizione sistematica della distinzione gerarchica tra il «dentro» e il «fuori»), posizione di possibile fondamento di una metafisica «lai– ca» che permette alla «immaginazione» di trasformare la visione del mondo secondo una prospettiva diversa da quella iconoclasta del razionalismo obsoleto e ridut– tivo, asservito ai fantasmi delle demagogie del buon senso. Inseparabile da un particolare tipo di buon umore, un messaggio etico attraversa il libro. Esso deriva dalla mancata raffigurazione di ogni figura del risentimento, della rassegnazione, dal rifiuto della disgiunzione (attuata dalla morale comune) di giusto/ingiusto, colpa/merito. Il senso relativo e monco di ogni raffigurazione sintagmatica vanta, per corrispondenze «verticali» (contestuali), il fan– tasma della «verità» assoluta. Il lamento, il dolersi di fatti rappresentati (presente in molta poesia anche con– temporanea), porta a percepire le «ferite» quotidiane come repellenti («immeritate»). L'autore implicito di questo li– bro non è raffigurato né come degno, né come indegno di ciò che avviene, o di ciò che vede, o dice. Ciò che accade nella e alla scrittura risulta sovradeterminato non solo dalla logica del significante della lingua materna («La grammatica vive dove scorrono/ le onde prima dei sogni: / se la sorgente si converte nella lingua del luogo / si deve trasformare quel senso / in una forma leggera: / », p. 160), ma trova la sua causa anche nelle molteplici ma– schere dell'infanzia: «i bambini sono ghiotti di tempo / e ricordano con uno strano orgoglio / che ogni gesto porta il loro nome/» (p. 34). Così il libro di Scalise acquista, oltre all'autonomia for– male dal mondo, anche un'autonomia morale, sicuro sin- 230

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