Il piccolo Hans - anno IX - n. 36 - ottobre-dicembre 1982

la descrizione («il vedere», il designare) e il ragionamento sentenzioso e aforismatico («il parlare»), legami che, come dice Deleuze, sono «la forma più nobile della problematica logica». Significativo risulta, a proposito, l'uso di materiali del discorso logico («L'attuale re di Francia è calvo / vive nella notte tra brina e sogno / curvo per uno scopo che non esiste / pronuncia un diniego / in termini di stelle», p. 95), la cui pertinenza originaria viene tradita dallo sguardo dell'autore implicito, che rifiuta l'ossessione della correttezza filosofica. Il pensiero della poesia qui rivela come «vedere» (descrivere) può servire per «parlare» (ra– gionare); si assiste, insomma, al rovesciamento del pro– cesso logico, dove, metaforicamente, si «parla» per «vede– re» ( = per distinguere il vero dal falso). Del resto molte «cose» si muovono (vengono viste) sotto la stessa parola. Il fondamento del «vero» e del «giusto» viene percepito come necessario ma «illeggibile» («Un illeggibile testa– mento ci fa sapere / la disapprovazione di cui siamo oggetto»,. p. 145). Il pensiero della poesia trova la sua coerenza in una molteplicità di contraddizioni; si sorride a ogni progetto di sistematizzazione «senza frattura» («il filosofo ha una maschera d'oro / parlare di luce è il suo mestiere, / il suo viso giunge sino ai segreti / della collina, al mattino / ha sempre unito fratture», p. 148). È l'inten– sità, pur ironica, delle raffigurazioni che vieta anche la narrazione (la logica della narrazione): «Quel forte senso che hanno le parole / ci toglie la forza di raccontare / cosa è accaduto» (p. 170). Il testo è permeato da una saggezza che si differenzia agilmente (e quindi non teme) dalla follia (il tumulto delle «immagini»); Scalise lascia alle spalle una tradizione iconoclasta che raccomanda la rappresentazione ( = la mimèsi del quotidiano, dell'onirico, del delirio ecc. ecc.) e che bolla di omologia formale con la paranoia, con la schizofrenia («stile paranoico, stile schizofrenico») e pra- 229

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