Il piccolo Hans - anno IX - n. 36 - ottobre-dicembre 1982

Allen) o addirittura quella del criminale pazzo (cfr. Il lenzuolo viola di Nicholas Roeg e Vestito per uccidere di Brian De Palma). Un'altra occhiata andrebbe ai film in cui la psicoanalisi è presente non direttamente, in un personaggio, ma indirettamente come bagaglio culturale dell'autore, come taglio dato alla storia del film o alla sua espressione formale (e qui potremmo inserire Bufmel, Pasolini, Bellocchio e Bertolucci). Infine, la psicanalisi potrebbe entrare nel cinema per strade extrafilmiche, cioè legandosi alla biografia dell'autore-regista: registi che so– no stati in analisi ce ne sono tanti, e basta citare il nome di Fellini per capire che il nodo dell'onirismo forse po– trebbe essere un ottimo filo rosso per raccontare questa storia dei rapporti tra cinema e psicoanalisi. Bertolucci entrerebbe a più titoli in un tale libro. In– nanzitutto, perché il triangolo edipico (e la scena primaria, e il nome-del-padre) costituisce la struttura del suo film più suggestivo, La luna, anche se la psicoanalisi della tos– sicodipendenza ivi proposta (eroina come succedaneo del– la figura paterna: droga=Edipo) aveva un sapore troppo meccanico e didattico (si esce dalla droga con un ceffone di papà?). Poi perché l'ossessione edipica è sullo sfondo di ogni suo film (Marlon Brando, in Ultimo tango a Parigi, non è forse il padre-divo ucciso dalla figlia-attricetta?), permettendo una lettura della produzione bertolucciana in termini di psicologia del profondo. Ma, aldilà di questo rapporto troppo specifico per non sospettare che potrebbe affossarsi nelle restrizioni esege– tiche di una koinematica cinematografica (che, state sicu– ri, prima o poi Pomari inventerà), in Bertolucci - nel corso della lunga intervista che costituisce il testo del grande e costoso libro in oggetto - troviamo dell'altro. Troviamo un'analisi della macchina-cinema vista come Traumarbeit o, per dirla alla Kristeva, come significanza: « Il cinema è sempre regressivo. Quando un film non mi dà il piacere della regressione, mi sento mortificato, mi 222

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