Il piccolo Hans - anno IX - n. 36 - ottobre-dicembre 1982
dello spettacolo, ai sordi d'orecchio il dopo: questo spirito maligno altro non è che la forma capitale. Spesso gli uomini nascondono gl'occhi per far credere che nascondono le lacrime ... Gianni-Emilio Simonetti ENZO UNGARI . Scene madri di Bernardo Bertolucci Milano, Ubulibri, 1982 Il giorno in cui qualcuno si deciderà a scrivere un libro sui rapporti storici tra cinema e psicanalisi, le tracce da percorrere saranno tante. Innanzitutto un'occhiata ai legami fra analisti e studiosi del cinema (filmologi, critici militanti, storici, semiologi ecc.), e già qui il panorama è più desolato di quanto si pensi: nessun analista ha mai scritto compiutamente di cinema o di film; d'altro canto fra i grandi teorici del cinema solo un semiologo, Christian Metz, si è impadronito del bagaglio euristico lacaniano per rinnovare il suo approccio alla diegesi fil– mica (epperò il suo saggio sul significante immaginario, tradotto in Italia dalla Marsilio col titolo di Psicanalisi e cinema, è passato da noi abbastanza inosservato). Poi, un'occhiata andrebbe data ai film in cui l~ psicanalisi è direttamente presente nel personaggio dell'analista; e an– che qui il panorama è un po' sconfortante: a parte il Freud ipnotizzatore nevrotico a cui John.Houston assegnò la faccia tremebonda di Montgomery Clift, pare che l'a– nalista sia destinato a fare o la figura dell'indifferente strizzacervelli mangiasoldi (si pensi a Chi è Harry Keller– man? di Ulu Grosbard, e soprattutto ai film di Woody 221
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